Il gioco è una cosa seria: ecco perchè è importante per crescere bambini felici
Io ho una forte convinzione legata al mio lavoro: il gioco è una cosa serissima. Sì, perché il gioco è pieno di simbolismi, è uno spazio in cui i bambini imitano a fare gli adulti, un banco di prova dove si impara e si sbaglia, proprio come nella vita vera. Osservare il gioco dei vostri bambini è uno strumento importantissimo nella cura della relazione tra genitori e figli e nella cura terapeutica e lo conferma un libro, da me, consigliatissimo. Si chiama Curare giocando, giocare curare, è scritto Sergio Lupoi, Antonella Corsello, Serena Pedi e già nella dedica dell’introduzione fa una bellissima dichiarazione: “A tutti i bambini che ci hanno insegnato come parlare alle loro famiglie”.
Diverse forme di gioco: quello che ho imparato in Africa
A gennaio sono stata in Madagascar. Ho scelto di andarci un mese per fare una esperienza di volontariato con i bambini e portare lì la mia formazione come musicoterapeuta. Sono stata con Beatrice, preziosa ostetrica di Spazio Incanto. All’inizio è stata davvero durissima. Quando sono tornata tutti mi dicevano: “Là non hanno niente e sono felici”. Vero, quanto è vero che hanno una malinconia negli occhi, un’assenza che fa male a chi li guarda. Dopo un primo momento di smarrimento ho deciso che dovevo mettere da parte le mie difficoltà, dovevo farlo per loro. Da quel momento sono semplicemente stata lì per loro, questo mi ha donato molto. Se inizialmente mi sono sentita inutile, poi ho capito che l’importante era esserci. Nel presente. Che fosse un ballo o una canzone. Per loro era una cosa nuova un adulto che dedicasse loro del tempo. Questo mi ha insegnato moltissimo e mi ha fatto pensare alla nostra realtà. Qui pensiamo di non avere il tempo necessario per giocare con i nostri bambini: siamo sempre di corsa, impegnati con il lavoro, rimbalzati da mille impegni. Loro, al contrario, sono pieni di tempo ma lo usano per le cose essenziali: nutrirsi e sopravvivere. In Madagascar nessuno racconta ai bimbi che hanno il diritto di giocare, di essere felici e di godersi la vita. Nessuno sta con i bambini per il bello di starci. Come noi, anche loro, con i bambini ci stanno poco. Così in Africa mi sono ritrovata a fare quello che faccio qui: terapia e relazioni con la musica. Mondi diversi, motivazioni diverse, le stesse dinamiche.
Per me il gioco fa rima con musica
La mia formazione ha radici in due mondi: la psicologia e la musica. Per questo quando parlo di gioco terapeutico per me significa giocare con la musica, con la voce, con il suono. I canti e le canzoni sono strumenti davvero efficaci per sviluppare le abilità cognitive e relazionali per i vostri bambini che devono capire come stare bene con sé e con gli altri. La voce fa parte di noi. I bambini cantano sempre, la prima voce è quella della mamma e per loro è un contatto tra il prima e il dopo. Nella mia idea di terapia la musica è un modo per giocare e permette di prendersi cura delle proprie relazioni familiari: cantare e muoversi insieme rafforza l’unione di una famiglia. Intanto segnatevi questo: trovate del tempo per ballare e cantare con i vostri bambini. Vi aiuterà a creare una relazione affettiva.
Se vuoi metterti in gioco con la tua famiglia io faccio un percorso di musicoterapia e gioco musica per bambini. I miei laboratori sono attivi per bambini da 1 a 3 e da 3 a 6 anni. Imparerete a comunicare, a far uscire le emozioni, a raccontare cose nuove di voi.